Innovazione e Product Management, quando il prodotto diventa l’identità dell’azienda
È l’ora della verità. Mentre da diversi anni le aziende affermano di essere guidate da uno scopo, la crisi che stiamo attraversando è stata uno stress test a grandezza naturale. La questione dell’autenticità e della sincerità è diventata una questione di sostanza, pervasiva per qualsiasi organizzazione, perché è sul modo con cui le aziende si impegnano oggi, che si definirà come saranno giudicate, domani, dai loro clienti.
Di fronte all’aumento del potere negoziale dei consumatori e dei cittadini, il cambiamento di paradigma può quindi essere riassunto in fatti e prove prima di tutto. In questo contesto, è essenziale che prodotti e servizi trasmettano i valori dell’azienda, riflettano il suo modo di organizzarsi e le sue convinzioni. E siccome il futuro si inizia a costruire oggi, ogni azienda deve fondare la sua nuova identità sui prodotti e i servizi che offre. Un prerequisito per “Solve don’t Sell”, il nuovo invito all’azione dei consumatori.
In tempi di crisi, l’unico modo per influenzare il futuro è prendere decisioni. Tuttavia, in un’epoca in cui l’impresa è basata sulla missione, non si tratta solo di voler essere influenti, ma piuttosto di “influenzare per il meglio”. In questo contesto, l’innovazione non è più sinonimo di inventiva, ma è qualcosa di diverso che sappia creare valore. E questo cambiamento è già in corso.
Come rivelato nel rapporto speciale “Brand Trust and the Coronavirus of the Trust Barometer Edelman 2020“, negli ultimi mesi sono emersi i brand che si occupano di cura della persona, dai quali ci si aspetta un comportamento eroico. Come osserva Marion Darrieutort, Presidente di Elan Edelman, “Questi marchi, che agiscono nell’interesse della salute dei loro consumatori, ma anche dei loro dipendenti, fornitori e della società vedranno rafforzata la loro leadership e potranno aspettarsi un impatto positivo per la loro attività quando la crisi sarà alle spalle”. In futuro possiamo ipotizzare che, a seconda del contesto e dell’ambiente in cui viviamo, vedremo emergere concetti di brand i cui valori rispondono a nuovi tempi e nuove abitudini.
Non è, quindi, il momento di insistere sull'”innovazione dei prodotti”, ma piuttosto su una cultura dell’innovazione derivante da interazioni reciproche tra azioni innovative e pratiche quotidiane sufficientemente comuni. Tuttavia, per le organizzazioni può sembrare un’equazione difficile e complessa da risolvere. Infatti, mentre la cultura si fonda sul passato, l’esperienza e la storia, l’innovazione crea una punto di rottura con il passato, la storia e la tradizione.
Ma in questi tempi turbolenti, per le organizzazioni è probabilmente il momento di capire che la cultura è ciò che rende ogni azienda unica e può essere la causa del successo o del fallimento dei loro prodotti e/o servizi. Negli ultimi anni, la ricerca spasmodica dell’innovazione ha fatto perdere di vista ad alcune aziende il fatto che “la ricchezza viene dall’interno”. Oggi creare un prodotto e un servizio innovativi non è incompatibile con una forte identità e visione, già ora, questo è ciò che i consumatori o gli utenti stanno cercando: un marchio che li riunisca e li rappresenti.
Ritornando alle parole di Elan Edelman, quest’anno c’è stato un value-shift. Tuttavia, le aziende non devono cedere all’opportunismo e affondare nella famigerata variante del “culture-washing”, variante tristemente famosa del green-washing. In un contesto di trasformazione organizzativa, le aziende devono rimanere nel loro perimetro, cercare la loro storia e, più di ogni altra cosa, concentrarsi sul loro DNA.
Ecco perché in Inspearit aiutiamo le aziende a mettere in discussione nuovi criteri, su segnali forti o deboli, per identificare nuovi indicatori di performance che misurino sia gli aspetti economici, sia quelli etici, in modo che prodotti e servizi siano una traduzione letterale della loro raison d’être. Per i nostri team, la “value exploration” ha una vasta gamma di opzioni. E anche se le risposte giuste variano da azienda ad azienda, sappiamo come porre le domande giuste per spostare le organizzazioni verso una gestione responsabile del prodotto.
Ciò che è necessario capire è che ora un “prodotto è inutile se non rispecchia la credibilità, il senso di organizzazione, il valore e la cultura dell’azienda”. In Inspearit, questo requisito non è più un’opzione. Ecco perché, in questo inizio d’anno, questo credo, che è nostro, non deve essere solo una risoluzione, ma una convinzione!
Serge Douillot
Presidente di Inspearit Group